Riots in London



Stasera 16.000 poliziotti distribuiti fra Ealing, Croydon, Hockney e le strade di Londra. Senza poi contare gli episodi di rivolta che si stanno verificando a Liverpool, Bristol, Birmingham, Nottingham.
Come si vogliano definire, babygangs, ragazzi, minorenni e giovani hanno cominciato una rivolta che brucia, ruba, deturpa, secondo il governo inglese, in modo insensato e incontrollato. Le prime notizie parlano di black youth che senza limiti spaventano e derubano feriti, distruggono "poveri" negozi di vestiti usati, bruciano case e macchine. Un ragazzo di 26 anni è morto negli scontri con la polizia. Un proiettile l'ha ucciso su un auto mentre si allontanava dal focolaio riottoso.
"Questi ragazzi non temono la polizia", dicono in diretta BBC coloro che hanno assistito alle scene di rivolta. Altri cittadini che si trovavano sui luoghi di scontro, apparentemente non coinvolti nella lotta, hanno approfittato del caos, dell'assenza di controllo, per sottrarre prodotti dagli alimentari ed altri negozi.
Secondo i sociologi, la risposta violenta non è casuale: si tratta di un'esplosione alimentata da una pessima gestione dei problemi sociali da parte del governo. I giovani non hanno rispetto per l'autorità poichè, durante precedenti scontri con la polizia, l'atteggiamento esageratamente repressivo e ciecamente oppressivo, nonchè la mancanza di dialogo da parte delle istituzioni avrebbe portato alla chiusura di oggi.
Personalmente, ne ho piene le tasche della passività dei governi che non sono sufficientemente capaci di bloccare fenomeni come l'alcolismo e la droga tra i giovani e l'abbondono delle scuole...e poi basta con i film violenti, strafottenti, sanguinari che nascono come forme di "intrattenimento", ma in realtà diventano forme educative come risposte, percepite come efficaci, ai problemi sociali. Per molti esasperati la forza violenta diventa IL suggerimento su come affrontare una quotidianità di solitudine - di genitori assenti perchè afflitti da morse ecnomiche e sociali, L'ABBANDONO delle istituzioni - prima di tutto - di se stesse. Le istituzioni si sono spogliate delle loro funzioni ed hanno permesso che il potere potesse predicare bene e razzolare male. Inoltre non è da sottovalutare come la dimensione internet rappresenti per molti ragazzi/e lo spazio relazionale, attivo ed espressivo - videogiochi, forum, p2p, social networks, chat - in cui il controllo, non è qualcosa di effettivamente limitante, né percepito come efficace. In internet il controllo e quindi l'autorità sono concetti del tutto inesistenti. Solo nei film degli anni '80 il ragazzino che tentava di entrare nei database di banche o agenzie governative, si vedeva piombare in giardino l'elicottero dell'esercito...
Funzioni come il "parental control", le restrizioni, l'antipirateria sono scarsamente efficaci sui giovani che spesso sono maggiormente socializzati alle tecnologie rispetto ai genitori e che trovano il modo di "raggirare" le restrizioni della rete. L'assenza di autorità in rete può incidere concettualmente sulla percezione del pericolo nella realtà rinforzando l'idea dell'inefficacia reale delle istituzioni di controllo.
Anzi, vista la scarsa dimestichezza con i mezzi e le potenzialità teconologiche da parte di molti adulti "adetti" alla formazione, i giovani si sentono i veri leader della rete. Genitori, insegnanti, istituzioni - gli adulti non sanno come gestire la rete, un luogo importante di comunicazione giovanile.
Il primo ministro David Cameron condanna questi giovani dicendo che se sono grandi abbastanza per compiere queste azioni, sono grandi abbastanza per subirne le conseguenze...anche a costo della loro vita. I giovani utilizzano i blackberries e, protetti dalla privacy, si danno appuntamento nelle zone da devastare. L'Europa brucia, i capricci capitalisti delle borse di mercato crollano, e la risposta visiva dei tg italiani è la festa con ballerine brasiliane proprio di Rio, che oleate e impiumate, mostrano suderi e seni sodi e rigogliosi. Non può essere questa la risposta alle proteste di chi parla con il disagio, di chi forse non può nemmeno capire l'appello al senso di ordine civile e di salvaguardia della comunità a cui i democratici inglesi fanno appello. La rete si impone come il nuovo spazio socializzante dove "le regole le facciamo noi" e gli utenti seguono le regole divulgate in rete. Social networks che muovono rivolte, websites che "risvegliano" menti assopite, video su youtube che insegnano a fabbricare una molotov in casa, i dibattiti sui forum che non richiedono titoli (né nobiliari né di studio) per poter esprimere le proprie ragioni. La democrazia alla portata di tutti, una democrazia che si traduce nella pratica in scelte e stili di vita. I kids degli scontri di Londra hanno assorbito quanto espresso dalla rete. Il malcontento popolare, gli innumerevoli esempi di ingiustizia sociale, la corruzione delle istituzioni e la delusione dei cittadini, l'integrità calpestata, le credenze smontate per sempre dalla ragione e da scabrosi episodi di immoralità. Non c'è più niente in cui credere, è questo che ci stanno dicendo. Niente di umano. A causa di questo disincantamento eccessivo, la città si trasforma in uno spazio virtuale in cui, come in un videogioco, le conseguenze di azioni violente si disumanizzano e si assume il controllo del territorio. Ricordo che dieci anni fa con Rainbow 6, in un attimo, diventavi parte di un'unità speciale che svolgeva missioni in diverse parti del mondo con lo scopo di eliminare ribelli, agenti o corpi speciali avversari. In Raibow 6 mi piaceva assumere il ruolo del cecchino e girare la città armata per poi appostarmi in luoghi ameni ad aspettare il nemico. Nella realtà, la mia vittima poteva essere anche il mio vicino di pc. Si giocava a squadre ed era possibile confrontarsi con utenti di diverse parti del globo grazie alla rete. Probabilmente i 12enni di oggi avranno moderne versioni di videogiochi violenti e di gruppo, il cui scopo è "eliminare l'altro". Non riesco a non accostare il fatto che alcuni dei riottosi si sentiranno parte di un gruppo speciale con lo scopo di prendere possesso di un territorio con la violenza.

La disobbedienza avviene quendo non c'è educazione. Di chi è la responsabilità e quale può essere la soluzione? Se è vero che l'essere umano per sua caratteristica è adattivo e che apprende in larga parte per imitazione, bisogna domandarsi come chi ha preceduto queste nuove generazioni, ha impostato il piano educativo o se davvero si sia domandato cosa fosse meglio insegnare e cosa fosse meglio bandire. Bruciate tutte le tappe, una persona si potrebbe ritrovare arida dentro. E se è vero che la fenice insegna a rinascere dalle proprie ceneri, bisogna capire come ridare speranza a chi non ha altra soluzione se non una vita fatta di continua violenza dentro e fuori di sé.

C'è rabbia, montata e giustificata da esempi istituzionali che non sono voluti essere esempi di moralità, in cui la privacy, addobbata col diritto alla libertà personale, ha significato egoismo sfrenato a scapito del bene comune.

Le "primavere" rivoltose che in passato hanno visto giovani europei denunciare le ingiustizie sociali della politica, ora si fanno estate fredda. L'età che alimenta questi moti è bassissima, forse la più bassa della storia ribelle moderna. La ormai nota "coscienza di classe" monta in poco tempo la rabbia ed esplode in un'estate che non attende altri inverni, ma che anticipa provvedimenti senza sentimenti. I moti giovani del nord Africa, il crollo delle solidità del nord Europa con stragi compiute da giovani contro giovani, e ora i riot kids del Regno Unito. I giovani, target dei commerci più disparati, al centro di analisi psico-sentimentali di rubriche settimanali, film e telenovelas, approfondimenti dell'ora di pranzo. Gli omicidi fra giovani coppie, la pedofilia di preti e maestre che rovinano giovani menti e corpi. Il sesso come mezzo di riscatto sociale e il nudo in classe, la violenza dei film e il bullismo che avvelena tutta Europa dalla Russia alla Gran Bretagna.
Non ho timore a dire che è necessaria una politica sociale proibizionista, intesa a tracciare dei limiti a porre dei divieti. Le regole possono mancare solo quando il loro senso è stato interiorizzato. I ragazzini non possono capire da soli che cosa vada bene - per loro stessi e per la comunità intera in cui vivono - e cosa no.
Se non si va ai ripari, a questa fredda estate seguirà un lungo e decadente autunno.





Le migrazioni virtuali


Bene, è finito un periodo, ma non lo dico io lo dice Msn che oggi ho (ri)scoperto ha cancellato il mio blog. Foto, pensierini, commenti da amici, puf, volatilizzati!...e devo dire che mi fa piacere scoprirlo. In fondo era da un po' di tempo che volevo eliminare tutte quelle personali informazioni sedimentate in un remoto luogo della rete, inaccessibili ai più e da me quasi dimenticate.
Avevo letto della migrazione di Windows Live Spaces, ma avevo completamente rimosso la considerazione delle conseguenze dai miei processi in coda...
Ed ecco che effettivamente tra esseri umani che si descrivono adottando immagini dell'area virtuale e spazi virtuali che causano migrazioni di pensieri umani, mi sovvien della volatilità che accomuna esseri umani e informazioni via rete...e devo dire meno male.
Il 16 marzo 2010 due anni di esperienze della mia gioventù sono state cancellate...:) Fa sorridere come appaia drammatica la frase! La verità è che anche se non avessi scritto nulla, non avrei "ritenuto", come si dice in gergo psicologico, molti contenuti di quelli espressi in quel blog. Eppure, ci avevo "registrato" un anno di vita in Spagna, foto e viaggi di due anni...la vita a Zaragoza, i viaggi a Teruel, Pamplona, Sallent sui Pirenei, Saint Tropez, Valencia, Barcellona, Madrid e molte altre città...
Nulla di grave comunque. Ciò che c'era da ritenere ha già sedimentato e fruttato, ma soprattutto ciò che c'era da escludere da occhi sconosciuti è stato cancellato irrimediabilmente.
In un'epoca di transizione dal reale al virtuale di massa i fatti personali, come si sa, sono stati svenduti nel nome di una facile ed illusoria notorietà. Ancora oggi accade e per molto accadrà. Solo successivamente il peso, il significato e il "ciclo vitale" dei contenuti informativi della rete sono stati ridimensionati e resi facilmente traducibili per la maggior parte degli utenti della rete. Comunque è interessante notare che, come accade per gruppi di persone, le informazioni migrino in "movimenti" in cui le storie di vita dei singoli si perdono e solo la massa fa storia. Vuol dire che anche in un'epoca come la nostra, in cui ogni singolo avvenimento terrestre (e non!) può essere registrato, il singolo, come persona, rimane fuori dalle grandi cronologie della storia umana.
La migrazione è davvero un fenomeno universale che riguarda tutte le epoche storiche e tutti i componenti vivi dei 5 regni naturali (piante, animali, funghi, monere e protisti...inclusi i virus alieni!), nondimeno gli spazi virtuali.
Ci sono poi le migrazioni delle macchine virtuali, ben altra cosa, di cui so poco al momento, ma il cui significato è più vicino alla clonazione che a spostamenti di una raccolta di dati. Inoltre ci sono migrazioni a quanto ho capito temporanee (poichè virtuali e non fisiche) a server virtuali. Ad un livello più semplice, anche un "trasferimento di file" rappresenta una clonazione poichè dal momento in cui un file viene scaricato esso ha una vita indipendente rispetto alla sua fonte originaria, ma è da essa che è stato generato. Certo, ad un livello speculativo si potrebbe continuare per delle ore... Sta di fatto che le migrazioni virtuali o cybernetiche potrebbero essere un interessante argomento di approfondimento, specie se al tema si accostano esempi di tecnologie e procedure informatiche.
Simpatico che googleando "virtual migrations" ho trovato un libro pubblicato proprio ieri su questi temi. Il contenuto del testo è così riassunto:
"Workers in India program software applications, transcribe medical dictation online, chase credit card debtors, and sell mobile phones, diet pills, and mortgages for companies based in other countries around the world. While their skills and labor migrate abroad, these workers remain Indian citizens, living and working in India. A. Aneesh calls this phenomenon “virtual migration,” and in this groundbreaking study he examines the emerging “transnational virtual space” where labor and vast quantities of code and data cross national boundaries, but the workers themselves do not. Through an analysis of the work of computer programmers in India working for the American software industry, Aneesh argues that the programming code connecting globally dispersed workers through data servers and computer screens is the key organizing structure behind the growing phenomenon of virtual migration. This “rule of code,” he contends, is a crucial and underexplored aspect of globalization."

Language 18th October

How funny!

Winter's approaching and clothes become an important matter in my everyday experience abroad.

Yes, you enter a shop, you look for a good new sweater that makes you walk normally without shaking at any step (here in the Netherlands) and you acknowledge the black holes in your vocabulary…words you don’t know, you didn’t care about in your whole foreign language learner experience….

What is the name for those small woolly balls that make your clothes seem like a carpet? In Italian they are called “pelucchi”, a word I though was a regionalism. I googled "pelucchi" but it seems that online dictionaries don’t bother them. At least, Zingarelli doesn’t mention them. So why should I? Because I needed one of those woolly balls remover! All dark clothes are dotted in white and it looks like I suffer from dandruff!!

Finally, combing through websites of clothes and winter collections, I found out the LINTS!

The result of this search is that the English for TOGLI PELUCCHI is LINT REMOVER or/and LINT ROLLER depending on the different shapes it takes and how it works. Actually, it can be either a sticky roller which takes the lints away from your clothes, or it can have a rough surface (like velvet) filled with very little brushes. Moving the brushes in the opposite direction of the clothes fabrics, you remove the lints entrapping them within the brushes.




primo di una serie...
la dedico a tutti quelli che iniziano un amore con inconsapevolezza, come tutti, ma che poi si ostinano a non voler vedere i propri sentimenti e quelli degli altri.

Blue Monday e la ripresa del blog

Anche oggi mi sono svegliata dopo 4 ore di sonno. Ormai credo di star subendo una mutazione genetica.
E dopo aver caricato 4 video su facebook e aver scritto due posts mi sono sentita di abbandonare la postazione pubblica e rifugiarmi qui nel mio blog sconosciuto. Dove posso scrivere consapevole che nessuno di coloro che vedo ogni giorno mi dirà, "Ma perchè dedichi a fb tutto quel tempo?". E pensi che non ci ho pensato?
La fasulla notorietà che ti da fb è un qualcosa di accattivante, ma ne vedo i limiti e la grande bocca divoratrice del tempo.
Vedo che fb è il moderno signor grigio di Michael Ende...divora il tuo tempo, senza promettertelo pubblicamente, ma suggerendoti che se continui a stare al loro gioco, un giorno sarai qualcuno...
Ho pensato anche che sarebbe meglio scrivere tutti i miei pensieri su un pezzo di carta, un diario solo mio. Ma la verità è che scrivo nella speranza che qualcuno legga, che qualcuno abbia voglia di scontrarsi o confrontarsi con me....
E allora mi tocca venire qui, un po' più isolata, meno esposta, ma confortata dall'idea di essere visibile.

Era da un po' che pensavo di riprendere sotto le dita il moi blog. Facebook è buono come mail cumulativa e per condividere musica ed eventi.
MA i pensieri no, i pensieri sono troppo intimi, per darli a quella boccaccia pubblica là. Anzi, le mie note, così sofferte le trasferisco qui...

Il mercato di Peschiera del Garda












Al ritorno da Sofia mi sono fermata a dormire a Peschiera che non sapevo fosse in provincia di Verona. Il giorno dopo mi sono fatta un giretto per la cittadina che distesa sul lago mi ha regalato una bella mattina di sole e shopping...infatti ogni lunedì c'è un carinissimo mercato in cui si può trovare un po' di tutto. Ho avuto la possibilità di comprarmi un portafoglio in vera pella, un marsupio e due cinture in pelle a 30 euro - non made in china -. Carina poi la bigiotteria che si può trovare, le borse e il pesce fritto che di fatto ho comprato. Un fritto misto di gamberoni, gamberi, polpetta di polpa di granchio e calamari a 5 euro, una bottiglietta d'acqua a 1 euro da consumarsi sul pontile soleggato e rilassante che si trova all'inizio della passeggiata dei cappuccini...bella mattinata!

Politkovskaja - i gialli sono realtà

Dopo l'incontro con Francesca Sforza e Rita Pennarola lo scorso 19 gennaio a Padova, Anna Politkovskaja si ripresenta agli occhi, alle orecchie e al cuore. Letter to Anna, documentario realistico multitematico di Eric Bergkraut non è sicuramente la sola fonte da consultare. Per formarsi un'idea personale sulla condizione democratica in Russia, sulla situazione cecena e, in generale, sulle forza e il coraggio ispirati da alti ideali morali si può leggere testimonianze riportate da perosone che fanno del giornalismo la propria missione di vita, proprio come Politkovskaja. Libertà d'espressione, poteri in conflitto, sistemi di coercizione attuali, ultimi baluardi di principi costituzionali che non conoscono confini territoriali, democrazia, filantropia, e volendo, significato esistenziale non sono gli ingredienti di un appassionante giallo, ma temi chiamati a personale esame coscienzioso di chi si interessa non solo alla Russia di oggi, ma alla società. In Proibito parlare. Cecenia, beslan, teatro di Dubrovka: le verità scomode della Russia di Putin.

Da leggere:
Tregubova Elena, I mutanti del Cremlino.
Vaksberg Arkadi, I veleni del Cremlino.
Nemtson Boris, L'ineffarrabile Russia. Confessione di un ribelle.